Carlo Bassi

Ferrara è una città dell’Italia Settentrionale la cui ubicazione la fa presiedere ai vasti territori bonificati del DELTA del PO, il fiume che struttura tutta la Valle Padana.
Ferrara è una città storica importantissima che è da visitare (anche solo con un rapido sopralluogo) da parte di chi intenda avere un quadro certo e completo della realtà storica, monumentale, artistica e architettonica dell’Italia.
La sua collocazione la fa essere defilata rispetto ai grandi percorsi che connettono le città storiche più famose: Firenze, Roma, Milano, Venezia, Napoli, Palermo quindi per visitarla occorre un preciso atto di volontà che nella realtà dei fatti sarà ampiamente ricompensato. Un invito a questa decisione può venire da una considerazione che riassume tutta la sua storia. Eccola. Intanto Ludovico Ariosto e il suo poema.
Ferrarese doc è figura storica e letteraria grandiosa, poi Torquato Tasso il poeta che ha modellato la sua ‘Gerusalemme liberata’ sul profilo di Ferrara, poi i pittori della Officina Ferrarese gli ultimi Maestri gotici che anticipano con le loro storie il Rinascimento, poi la rosa aulentissima novembrina del giardino dei Gesuati offerta al meravigliato Michel de Montaigne, i gatti turchini di Charles de Brosses che si arrampicano sui muri in cotto e corrono nelle strade dove cresce l’erba fra i ciottoli, poi i misteri metafisici di Giorgio de Chirico e lo svampito impressionismo di Filippo De Pisis che si apparentano con la deserta bellezza delle strade grandi come fiumane che corrono verso l’infinito cantate da Gabriele d’Annunzio mentre Giosuè Carducci da quelle strade lanciate da Ercole I vede arrivare le Muse pellegrine.
Poi l’analisi storica: Jacob Burckhardt grande storico tedesco che alla fine dell’800 definisce Ferrara “la città più moderna d’Europa” definizione alla quale fa eco Bruno Zevi grande critico dell’architettura contemporanea. Poi, perché no?, Michelangelo Antonioni regista di grande fama e Giorgio Bassani con il suo “Romanzo di Ferrara” tradotto in tutto il mondo. Il fatto che si passi per Ferrara per andare a Venezia, o da Venezia per andare a Ravenna, a Firenze, a Roma possono essere sollecitazioni positive per programmare una visita a questa città che l’UNESCO, per la sua specificità ha proclamato nel 1995 “PATRIMONIO DELL’UMANITA”.
La visita può avere varianti significative: UN GIORNO per farsene un’idea e pensare di tornare con più tempo a disposizione. DUE GIORNI (approfondire dopo la visita rapida iniziale aspetti ritenuti significativi come visitare con attenzione il Duomo e il Castello poi il Museo del Duomo e infine la delizia di Schifanoia. TRE GIORNI aggiungere all’elenco sopra indicato la realtà ‘palpabile’ della grande Addizione urbana di Ercole I che ha fatto dire a Burkhcardt la definizione che abbiamo citato prima.
E se i giorni di sosta avranno una dilatazione e diventeranno QUATTRO fino ad UNA SETTIMANA si potrà pensare ad un interesse specifico a monumenti e a musei nonché alla vera e propria realtà della vita civile e sarà veramente l’optimum.
C’è poi una variante ambientale da tenere in considerazione e che non va assolutamente trascurata: la nebbia. PERDERSI a FERRARA a causa della nebbia è una variante esistenziale che è fondamentale per cogliere il segreto profondo della città.
Scrive Franco Cardini: “…mi ricordo che mi attraeva straordinariamente quella città piatta dalle mura di mattoni rossi e dalle silenziose strade acciottolate immersa, specie nelle giornate di autunno, in una coltre spessa di impenetrabile nebbia….”